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DAL 30 NOVEMBRE

 

 Isabella Santacroce - Il Diario di Claudine
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Pagina 8

     
 
   
 
 

Jule cercava sconosciuti da baciare. Siamo uscite nella nebbia vestite di seta. Le ho detto che doveva imitar le mie gesta e quando nel vicolo si è spenta la luna ho abbracciato una colonna di pietra. Lei ha esitato quel che si chiama un'istante e poi mi ha seguita.
Le ho chiesto se poteva bastare. Jule non sentiva mentre stringeva quell'uomo sporgente.
Adoravo osservarla morire.

 
   

Vorrei non parlasse più delle sue pene d'amore. Vorrei non parlasse. Più.

 
   
 
 

La prima volta che ho ascoltato la voce di Jule avevo un gatto dalla pelliccia perlata. Ricordo divani diversi dal cremisi più acceso e un profumo orientale. Mi era stata presentata nella sera da donne di sofisticate maniere. Lei con silenzi mancanti ed anelli alle dita simulava il vento spostando le mani. Non attendeva risposte alle sue inesistenti domande e senza consenso si perdeva in monologhi accesi. Credo di averla voluta per questo. Per quel non sapore. Per quel non timore di trasformarla un giorno in ricordo. Per non doverne mai sentir la mancanza.
Per non dover sentire quanto mi abbandoni ogni volta.

 
     
 
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