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DAL 30 NOVEMBRE

 

 Isabella Santacroce - Il Diario di Claudine
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Pagina 15

     
 
     
 
 

Sapevo di vederla riflessa, sorpresa dal diverso profilo la bimba nascosta. Quel centro di universo spostato assomigliava all'intenso di un cuore. Osservavo lo specchio appannarsi annullando il chiarore di ciò che mi veniva leccato. Desideravo seguirla rapita da un altro. Volevo donarla supina. Mi accorsi già in tenera età che possedevo un'amorevole intrusa da regalare. Adoravo posarla sul divano cremisi in pomeriggi dai silenzi mancanti e scostando le gambe lentamente sdoppiavo le forme avvicinandola a superfici dal vetro argentato. Forse era stupore a colorire lo sguardo alla femminea visione. Forse mi volevo un po' peccatrice perlata sofisticando le voglie e addestrando la piccola da vezzeggiare all'arte del vizio per trarne piacere.
Utilizzavo uno scrigno fatato per averla davanti. Alzavo il coperchio di quel cofanetto segreto che conteneva lo specchio e la portavo alla luce. Lei mi guardava arrossire mentre sbocciava. Lei mi chiedeva parole dal suono da disegnare. Lei invitava le dita a restare ancora un istante. Mi deliziava già dall'infanzia la proiezione di lei che godeva. Sembrava un morbido incendio che cade il caldo che all'improvviso esplodeva e forse amavo osservarla morire in cerca di labbra dal differente sapore. La volevo negli occhi ogni volta per aver la conferma che del tutto mi apparteneva. Quasi temessi di dimenticare l'inesatta dolcezza di quella bimba celata, in pomeriggi dai silenzi mancanti scostavo le gambe cercando con furia quel centro di universo spostato dal segno simile all'intenso di un cuore.

 
     
 
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