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DAL 30 NOVEMBRE

 

 Isabella Santacroce - Il Diario di Claudine
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Pagina 33

     
 
   
 
 

Sulla pelle ho le tracce dell'assalto.
Porto i segni di quel mostro che era un tempo partoriente.
Il telefono squillava e speravo che la voce fosse quella che credevo.
Mancava Jim sempre lontano.
Le sue braccia le volevo a sospendermi il terrore di quei giorni.
Madonnine carillon sul cemento del cortile. La cornetta tra le dita e il mio "pronto" che tremava. Nelle orecchie una voce sconosciuta raccontava.
"E' venuta per ucciderti le labbra quella strega."
Ripeteva con la frase che cadeva nel giardino senza darmi il tempo di capire.
"E' venuta perché ti crede un'assassina."
Avevo piume sul cristallo già strappate. Un decoro lieve già deforme. Ricucivo di carezze la mia pelle tormentata. Forse con le lacrime un angelo dal mantello di velluto si sarebbe risvegliato all'improvviso per coccolarmi nell'attesa del rientro dell'amore.
Ho lasciato scivolasse quella voce sconosciuta sopra l'erba da tagliare. Il cielo in alto mi seguiva. Regalava alcune ombre al mio profilo indebolito.
L'ho guardato cercando Dio.
L'ho guardato cercando Dio.
L'ho guardato cercando Dio.
L'ho guardato cercando Dio.

 
   
 

Claudine vuole fuggire. Cammina per le stanze senza scarpe. I gendarmi al mattino controllandole le gambe hanno creduto si fosse lesionata contro gli angoli del tavolo. Solo uscendo uno di loro si è girato per dirle che il suo viaggio era finito.

 
 
   
 
 

Ho acceso candele tre le rose.
Ora sono senza colpe.
Hanno impiccato un'innocente.

 
     
 
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