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DAL 30 NOVEMBRE

 

 Isabella Santacroce - Il Diario di Claudine
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Pagina 5

     
 
   
 
 

Ho sognato pipistrelli dalle ali d'edera. Volavano nella mia bocca nascondendosi sotto il palato. Avevo dita fra le cosce e liquido opalescente sulle labbra. Deliziavo quel volo sfiorandolo con la lingua. Desideravo finestre aperte e il mio corpo sopra al mio dolcemente. Sapevo che al risveglio avrei cercato altezze in cui scendere. Mi vedevo aprire finestre controllando il vuoto. Mi vedevo sfidare profondità.
C'era musica da carillon piena di nausea e bambine di carta dal viso diviso a metà. C'erano madri con il fuoco negli occhi e suicidi perfetti come panna montata. Sentivo quel sogno fuggirmi in gola. Lo sentivo godere succhiato. Solo centimetri di minuti e non sarebbe stato più mio. Avrei trovato un mattino svenuto e finestre da spalancare. Il solo pensiero di un reale da attraversare mi rattristava la vita. Di quel reale desideravo solo la fine. In quel momento l'unica realtà che mi allietava l'esistenza a venire era la possibilità di arrestare il destino con un colpo preciso. Già mi vedevo seduta. Gambe ravvicinate dal dolore. Quel mio corpo composto in attesa del gran finale. Lo sparo a concludere lo spasimo peggiore. Solo secondi. Lucente arma in mano e tempia mirata. Così elegantemente lasciare
                               pareti. Così nobilmente terminare il pulsare del cuore.

 
   

E' arrivata mentre stava piovendo e piangeva. Piangono tutti ho pensato. Quale schifosa tristezza.

     
 
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