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Isabella Santacroce - Il Diario di Claudine |
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Pagina 3
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 Ho guardato le mie mani tutto il giorno. Non riesco a fare altro che guardare queste mie mani e saperle negli occhi. Le pupille con le dita dentro. So che passeranno altre ore così. So che passerà fino a sopra le palpebre nel sonno l'immagine di quelle mie mani guardate. Ho iniziato per caso a fissarle. Forse neppure me ne sono accorta. Forse neppure so quale istante mi ha portato lì. Ricordo il sole che entrava dov'ero. Era una stanza dalle pareti di un colore scelto in autunno. C'era qualcuno con me quando ho deciso che si sarebbero colorate di chiaro. Ricordo che non rideva mai. Aveva un'espressione d'emozione triste e ascoltava. Era qualcuno con un viso accostato e i lineamenti assomiglianti al mare. Del mare aveva l'orizzonte nella voce. Quell'eco da lontananza. Qualcosa di simile e indecifrabile. Dio solo sa ora il suo nome. Regalo a lui la possibilità di tenerlo in memoria.
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 Sono entrate nel sonno le mani. C'ero io con loro. Non avevo che dita nelle pupille in una stanza dai colori scelti in autunno. Quale immensa sensazione di stupore nel riconoscerle mie da sempre. Forse era accompagnata da musica dolce quella visione che accarezzava lo sguardo. Sguardo addormentato e sognante. Come vorrei guardare i miei occhi quando dormono.
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