Montedidio è un quartiere del centro storico Napoli ed è qui che è ambientata la storia di un ragazzino di tredici anni, di cui non si conosce il nome. Sullo sfondo è dipinta una Napoli colorata, vivace, caotica, che viene messa a confronto con Gerusalemme, il vero ‘monte di Dio’. L’autore dice infatti che ‘In Scrittura Sacra, Gerusalemme è chiamata ‘città dei sangui’. E Napoli è una città dei sangui. Non tanto per la sua facilità a versarli, quanto perchè qui essi vengono venerati massimamente. Tra le due città c'è dunque questa relazione, questa rima curiosa, anche se Napoli rimane però una caricatura di Gerusalemme’
Torniamo alla storia: il protagonista, dopo aver finito la quinta elementare, va a lavorare nella bottega di Mast’Errico, un falegname, e qui conosce Rafaniello, un ebreo scampato alla persecuzione nazista, che vuole salire sul Monte di Dio di Gerusalemme, ma che, ironia del destino, si deve accontentare di stare in un altro ‘Montedidio’.
Per il suo compleanno, il ragazzino riceve un boomerang e ogni sera si allena in cima alla terrazza del tetto, ma senza poterlo tirare. Il bomeràn (così viene chiamato nel romanzo) rappresenta il desiderio di evasione, di crescita, la voglia di diventare uomo.
Proprio durante i suoi allenamenti incontra Maria, una sua coetanea, che ‘sa le mosse delle donne’ di cui s’innamora e con la quale instaura un forte rapporto di complicità.