Rosangela Betti vive sparsa dentro di sé.
Lavora fra Rimini e Roma. E pensa di andare ad abitare a Procida nell'isola di Arturo come omaggio alla Morante. In alternativa a Parigi come omaggio a Colette.
Fotografa dal 1980 dopo aver sperimentato la pittura la scultura. Ha trovato molto più congeniale il mezzo fotografico per realizzare i suoi pensieri emotivi che governano il suo mondo interiore.
Ritiene che la fotografia in un clik riesce a determinare uno stato d'animo un pensiero un'idea di altro visto attraverso l'obiettivo.
L'emozione più profonda non la riceve quando scatta. (Quando scatta non pensa agisce in stato subliminale.) Ma bensì in camera oscura. È lì che tutto il potenziale di quello che voleva appare sul foglio bianco. Il b/n è il solo modo per esprimere tutto quello che vuole dire.
Parafrasando Flaubert: "La Bovary c'es moi"
Lei dice: le mie foto : c'est moi.
20 anni di foto in b/n. di nudo maschile femminile trans e se medesima autoritraendosi.
Praticamente tutto lo scibile umano. Che odia e ama in pari misura.
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