All'interno della nostra realtà sociale, ormai incentrata sulla comunicazione, è secondo i paradigmi di una grammatica culturale dominante che percepiamo i fenomeni. Nel libro Comunicazione-Guerriglia. Tattiche di agitazione gioiosa e resistenza ludica all'oppressione (DeriveApprodi, pp 191, £ 26.000) gli autori Sonja Brunzels, Luther Blisset e l'autonome a.f.r.i.k.a. grouppe descrivono principi ed effetti di tattiche comunicative che possono rompere e superare i modelli del consenso imposti dal potere. Nomi multipli, travestimenti, falsi scoop: un apparato performativo che mette in discussione l'autorità dell'informazione (e del potere) facendosene beffa e svelandone i meccanismi persuasivi. Per portare alla ribalta temi come l'ambiente, la salute, la guerra, la libertà d'espressione l'unica via è quella della guerriglia semiotica, che attraverso tecniche di manipolazione dell'informazione riesce ad innescare processi di riflessione critica sulla percezione delle cose. Per riuscire a vedere che il re è nudo. E per riuscire a dirlo.
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